Comunicato stampa, martedì 12 settembre, ore 8:50
Turchia: aggiornamento conclusivo del recupero dello speleologo americano
Nella serata di lunedì 11 settembre, alle ore 23:35 italiane, si è concluso con successo il recupero di Mark Dickey, lo speleologo statunitense rimasto bloccato a circa 1000 metri di profondità nella grotta Morca, in provincia di Mersin, in Turchia.
L’uomo ha avuto un malore sabato 2 settembre mentre era in esplorazione all’interno della grotta e non è più riuscito a proseguire autonomamente.
Le operazioni di soccorso sono state particolarmente lunghe e complesse sia a causa della morfologia della grotta, sia delle condizioni fisiche dell’infortunato, che hanno richiesto tempo per essere stabilizzate e permetterne quindi la movimentazione verso la superficie. Durante il trasporto sono state effettuate lunghe soste, necessarie per la valutazione dei parametri sanitari dell’uomo e per la somministrazione delle terapie, costantemente assistito da un medico e un infermiere.
Dickey faceva parte di un team internazionale di speleologi che erano impegnati in una spedizione all’interno della grotta. L’allarme è scattato nella giornata di domenica 3 settembre, quando alcuni suoi compagni hanno allertato i soccorsi coinvolgendo le autorità turche e internazionali.
Sul posto, oltre ai soccorritori turchi, sono arrivati in prima battuta squadre di soccorso speleologico provenienti dalla Bulgaria, dalla Polonia e dall’Ungheria, che hanno raggiunto lo speleologo statunitense, fornendogli le prime cure mediche.
Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) ha inviato una prima squadra composta da otto tecnici (tra cui 1 medico e 1 infermiere), che sono arrivati nella zona delle operazioni mercoledì 6 settembre. Questa prima squadra aveva l’incarico di collaborare nell’assistenza sanitaria e valutare le condizioni della grotta per pianificare al meglio le operazioni di recupero. Nella stessa giornata una ulteriore squadra composta da 5 tecnici del CNSAS, a bordo di due furgoni contenenti materiale tecnico e logistico, si è imbarcata dal porto di Brindisi alla volta della Grecia per poi proseguire verso la Turchia.
Giovedi 7 settembre, poi, un volo dell’Aeronautica Militare, decollato da Pratica di Mare, ha trasportato in Turchia un totale di 33 tecnici esperti nella progressione e soccorso in grotte profonde, che sono stati poi elitrasportati da elicotteri del Governo turco nei pressi dell’ingresso della grotta dove è stato allestito il campo base.
In Turchia sono stati dunque presenti 46 operatori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, tra cui 2 medici e due infermieri.
Nella giornata di venerdì 8 settembre, i nostri sanitari hanno raggiunto l’infortunato (a 1040 metri di profondità), che già era assistito da medici ungheresi che gli avevano prestato le prime cure. L’uomo si trovava al campo allestito per proteggerlo dal freddo e poter effettuare i trattamenti sanitari per stabilizzarlo e rendere possibile la sua mobilizzazione e quindi il trasporto.
Le operazioni di recupero sono inziate nella giornata di sabato 9 settembre, quando le condizioni sanitarie dello speleologo hanno consentito il suo posizionamento sulla barella e la sua movimentazione. La strategia di recupero ha previsto diverse soste nei campi interni allestiti a diverse profondità per consentire la valutazione clinica dell’infortunato e la somministrazione delle terapie. La prima sosta è stata effettuata a circa 700 metri di profondità, la seconda a circa -500 e un’altra ancora a circa-250.
Le squadre di soccorso italiane hanno recuperato la barella da -680 fino a circa -480 e da -300 a -150 metri dall’uscita, dove è stata poi presa in consegna dalle ultime squadre che l’hanno portata all’esterno, fino alla tenda sanitaria installata al campo base.
Le operazioni di soccorso hanno impegnato complessivamente oltre 100 soccorritori, provenienti da circa 10 Paesi e per il recupero da -1000 sono state necessarie 60 ore.
Marc Dickey è rimasto in grotta per circa 350 ore. I soccorritori italiani coinvolti sono stati 46.
La complessa operazione è stata coordinata dall’AFAD, l’ente turco di Protezione Civile, supportata dall’European Cave Rescue Association. Le operazioni di soccorso sono state costantemente seguite in Italia dal Dipartimento di Protezione Civile e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
L’uscita della barella dalla grotta Morca Cave.
Comunicato stampa, lunedì 11 settembre, ore 23:55
Turchia: La barella è giunta all’esterno, concluso il recupero dello speleologo americano
Alle ore 00:35 locali (23:35 italiane), lo speleologo statunitense bloccato a 1000 metri di profondità dalla serata di sabato 2 settembre è uscito dalla grotta ed è stato condotto alla tenda sanitaria del campo base.
Alle operazioni di soccorso hanno collaborato 46 operatori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico e altri team specializzati provenienti da diversi paesi europei.
L’AFAD – la protezione civile turca – rilascerà nelle prossime ore le immagini dell’uscita.
Nella mattinata di domani seguiranno tutti i dettagli.
Comunicato stampa, lunedì 11 settembre, ore 16:00
Aggiornamento dalla Turchia: team italiano nuovamente operativo per il trasporto della barella verso l’uscita
La seconda squadra italiana è in grotta da questa mattina e ha preso in carico la barella ad una quota di -250 metri di profondità. Il recupero procede in modo fluido e costante e i tecnici del CNSAS lavoreranno all’interno fino a stasera, poi riceveranno il cambio da un altro team di soccorso internazionale. Lo speleologo statunitense – continuamente monitorato e assistito dai sanitari – è collaborativo, il che contribuisce ad agevolare le operazioni di recupero.
Al momento all’interno della grotta sono presenti 83 soccorritori provenienti da diverse nazioni.
Comunicato stampa, lunedì 11 settembre, ore 8:30
Aggiornamento dalla Turchia: proseguono senza sosta le operazioni di recupero dello speleologo
Nella notte tra sabato e domenica il primo team di soccorritori ha condotto la barella con lo speleologo a quota -680 metri. Successivamente, intorno alle 3:30 di domenica – dopo alcune ore di sosta, necessarie per somministrare le terapie allo statunitense – un team italiano del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico ha preso in carico la barella e la ha condotta a -500 metri nella serata di domenica. Anche qui è stata effettuata un’ulteriore sosta indispensabile per proseguire le cure mediche e utile a consegnare la barella al successivo team di soccorso internazionale che, in queste ore, sta progredendo verso l’uscita.La progressione procede in punti molto stretti e caratterizzati dalla presenza di fango ed acqua, con le tempistiche tipiche dei recuperi in profondità, lo speleologo americano è collaborativo, agevolando quindi l’operato dei tecnici.Allo stesso tempo, i soccorritori che hanno terminato il proprio impegno in profondità stanno fuoriuscendo dalla grotta raggiungendo nuovamente il campo base.
La seconda squadra del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico è entrata in grotta poco fa. La barella prosegue la risalita, e la squadra del CNSAS dovrebbe prenderla in carico all’incirca a quota -250 metri per poi passarla al successivo team di soccorso internazionale. Lo speleologo ha riconosciuto alcuni tratti della grotta e ha reagito positivamente capendo che si sta avvicinando all’uscita.
Comunicato stampa, sabato 9 settembre, ore 15:30
Aggiornamento dalla Turchia: iniziate le operazioni di recupero
Nel primo pomeriggio di oggi sono iniziate le operazioni di recupero dello speleologo infortunato. Le sue condizioni sanitarie, al momento stabili, ne hanno consentito il posizionamento sulla barella e la partenza della squadra di recupero. La barella percorrerà il tratto di grotta fino al prossimo campo, allestito a una profondità di circa 700 metri.
Alcune immagini registrate prma della partenza della barella.
Aggiornamento dall’ingresso della grotta. Giuseppe Conti (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico)
Comunicato stampa, venerdì 8 settembre, ore 8:00
46 tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico italiano presenti in Turchia per recuperare lo speleologo statunitense bloccato in una grotta a 1000 metri di profondità. Prima squadra italiana entrata ieri pomeriggio
Nella notte tra mercoledì e giovedì è giunta al campo base situato nei pressi della grotta Morca, nella provincia di Mersin, la prima squadra di 8 soccorritori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, partita dall’Italia nella mattinata di mercoledì con l’incarico di collaborare nell’assistenza sanitaria e nel recupero dello speleologo americano bloccato da sabato a circa 1000 metri di profondità. Nel pomeriggio di ieri è entrata in grotta la prima squadra italiana di 6 tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico, compresi un medico e un infermiere, che poche ore fa ha raggiunto lo speleologo statunitense.
È decollato ieri sera da Pratica di Mare un volo dell’Aeronautica Militare che ha trasportato in Turchia diverse squadre composte da un totale di 33 tecnici esperti nella progressione e soccorso in grotte profonde, a supporto dei soccorritori che già stanno operando. Una volta atterrati in loco, l’esercito turco li ha elitrasportati nei pressi dell’ingresso della grotta dove negli scorsi giorni è stato allestito un campo base.
Un’ulteriore squadra composta da 5 tecnici del CNSAS, a bordo di due furgoni contenenti materiale logistico, si è imbarcata mercoledì sera dal porto di Brindisi alla volta della Grecia, ed è in fase di arrivo al campo base. In Turchia sono dunque presenti da questa mattina 46 operatori del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.
Al momento, oltre all’Italia, sono diverse le nazioni coinvolte in questa complessa operazione – coordinata dall’AFAD, l’ente turco di Protezione Civile – tra queste la Bulgaria, la Polonia e l’Ungheria.
L’ingresso nella grotta della prima squadra di tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico.
Dall’ingresso della grotta in Turchia, video di Fabio Cattaneo (Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico)
Alcuni tecnici di soccorso speleologico all’ingresso, l’area esterna e il campo base, materiali e briefing alla partenza del secondo gruppo.
Comunicato stampa, mercoledì 6 settembre, ore 14:30
Soccorso Alpino e Speleologico italiano in Turchia per recuperare uno speleologo statunitense bloccato in una grotta a 1000 m di profondità
Una squadra speleologica del nostro Corpo è partita questa mattina per la Turchia per supportare le operazioni di recupero di uno speleologo bloccato a circa 1000 m di profondità in una grotta – denominata grotta Morca – nella provincia di Mersin.
La grotta, tra le più profonde al mondo, raggiunge una profondità di oltre 1200 metri.
Lo speleologo, di nazionalità americana, impossibilitato a proseguire autonomamente a causa delle sue condizioni di salute, è bloccato dalle prime luci dell’alba di domenica. Gli speleologi che erano con lui hanno allertato i soccorsi coinvolgendo le autorità turche e internazionali.
Sul posto, oltre ai soccorritori turchi, sono già presenti squadre di soccorso speleologico provenienti dalla Bulgaria, dalla Polonia e dall’Ungheria. Al momento, alcuni soccorritori hanno raggiunto lo speleologo statunitense, fornendo le prime cure mediche.
Gli otto tecnici del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico arriveranno nel pomeriggio di oggi nella zona delle operazioni, con l’incarico di collaborare nell’assistenza sanitaria e valutare le condizioni della grotta per pianificare e gestire al meglio le operazioni di recupero. È possibile il coinvolgimento di ulteriori squadre di soccorso del CNSAS provenienti dall’Italia. Della vicenda sono interessati il Dipartimento Protezione Civile e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
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